Azzurra Lochi nasce nell’autunno 1991 tra le pietre e il vento dell’entroterra della Sardegna. Inizia la sua ricerca creativa da bambina, quando la noia generava in lei lunghe sedute di ricerca forsennata di vestiti, scatole, vecchie cianfrusaglie, libri e diari segreti, odori e sapori nelle stanze e negli armadi di casa sua, casa di sua nonna e di tutte le zie di sangue e acquisite, di cui conosceva a memoria i nascondigli di ogni cosa. Ogni tanto qualche adulto non capiva quel suo voler ficcanasare dappertutto e la sgridava perché “frugare nelle case degli altri è maleducazione”, si può intuire il suo profondo rammarico quando veniva ammonita,  e soprattutto i suoi primi pensieri di compassione per quegli adulti che si erano già scordati di essere stati bambini. 

Tralasciando le traumatiche esperienze delle recite dalle elementari alle medie, compie i primi passi nel teatro durante gli anni del liceo e subito è battezzata al Teatro Promenade nel centro storico di Macomer, la cittadina in cui cresce. In quegli anni viene guidata da Oreste Braghieri nella sperimentazione del teatro di ricerca, della scrittura creativa e della drammaturgia dello spazio. 

Appena maggiorenne, fugge dalla sua odiata e amata terra per proseguire gli studi a Roma all’Università La Sapienza. Nel 2014 si laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo con tesi sul teatro nel paesaggio, da qui inizia ad approfondire le pratiche site-sympathetic e site-specific, indagando la loro funzione sociale durante  il Master di Teatro Sociale e Drammaterapia e conseguendo nel 2016 il diploma di operatrice con tesi su teatro e carcere.

Inizia a condurre laboratori ludico teatrali per bambini, ragazzi e adulti, in cui cerca di sperimentare sempre la creazione collettiva e il lavoro sulla connessione con lo spazio.

Dal 2013, affidandosi alla cura di diverse guide, utilizza la pratica del canto polifonico tradizionale e del canto vibratorio per portare avanti una studio sulla voce e sul corpo, attraverso antiche sonorità può così viaggiare per il mondo e riconnettersi a poco poco con i suoi luoghi d’origine che col canto diventavano sempre più vicini.

Nel 2015 inizia un percorso di formazione e ricerca sulle esperienze immersive con ProjectXX1, collaborando come performer, allestitrice e responsabile organizzativa per la realizzazione di spettacoli e workshop, si specializza nella creazione di interventi interattivi, con attenzione al sensoriale e alla relazione con i luoghi e le persone.

Nel 2016 fonda insieme a Giacomo Sette la compagnia teatrale Anonima Sette, in qualità di regista e attrice, porta avanti una ricerca artistica basata sulla commistione di vari generi - dalla narrazione al teatro di figura, dalla stand-up comedy al teatro musicale, dall'astrattismo al realismo-. Lo spettacolo B/ride, per la quale è attrice e aiuto regia, consegue diversi premi: la selezione “Pillole 2016” del Teatro Studio Uno (Roma), vince il concorso per corti teatrali “Autori nel cassetto, attori sul comò” del Teatro Lo Spazio (Roma), consegue il premio della critica al Festival “Direction Under 30” 2017 del Teatro Sociale Gualtieri (RE) e il concorso “In Platea” della rivista La Platea. 

Dal 2017 entra a far parte del team di ProPositivo, promotore del Festival della Resilienza, per cui cura eventi, progetti culturali e artistici, conduce workshop e residenze artistiche ed è attualmente responsabile culturale e teatrale per la progettazione e realizzazione di progetti pedagogici e formativi.

Col desiderio di riconnettersi ai suoi luoghi e alle sue radici, nel 2019 decide di salutare Roma e ritornare nella sua isola, per entrare dentro gli stessi armadi e ripescare quei tesori intatti, custoditi con cura per tutti questi anni. 

Nell’estate 2020, durante la residenza artistica del Festival della Resilienza, camminando tra storici edifici abbandonati, entrando nelle case di artisti e artigiani insieme a Gabriella Indolfi e Ilaria Giorgi trova una matassa di filo rosso, legata al suo passato, decide di sbrogliarla e inizia a ricamare sul presente, nasce così Tessuto Urbano che contiene tutto anche quello che ancora bisogna trovare.